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Disabili

A partire dagli anni '60 anche in Italia, come in molti altri Paesi, si è fatta strada una ideologia che vede nella persona diversamente abile un portatore di bisogni alla quale l'intera comunità e le istituzioni devono garantire i diritti che la Carta Costituzionale sancisce come base della cittadinanza.

Il processo avviato in quegli anni ha portato ad una modifica radicale nella modalità di rispondere ai problemi della disabilità e nel modo di porsi di fronte all'handicap, pensato prima come "malattia" da recuperare in apposite strutture e con risposte spesso paternalistiche ed oggi come "risorsa" ed "opportunità" da valorizzare.


I disabili stessi, le loro famiglie e numerosi operatori competenti e sensibili hanno dato un significativo contributo al cambiamento culturale e stimolato la parte politica italiana ad approvare leggi sempre meno emarginanti e sempre più finalizzate all'inclusione.

Con l'emanazione della legge 118/71 e soprattutto con le leggi 360/76 e 517/77 inizia il processo di integrazione della persona diversamente abile. La possibilità di accedere alle istituzioni scolastiche e formative come ogni altro bambino, ragazzo e giovane hanno portato, anche se lentamente, ad una profondo cambiamento della cultura del nostro Paese.

Da un lato un numero crescente di persone ha preso e prende coscienza della disabilità, si è misurato e si misura con essa, la conosce e si libera dei tanti pregiudizi che l'avvolgono, acquisendo consapevolezza dei bisogni e dei diritti delle persone che ne sono portatrici. Nello stesso tempo nella mente di tanti ragazzi affetti dalle più disparate patologie prende corpo un'idea di sé e della propria vita diversa dal passato: essi sognano e desiderano, come tutti, lavorare, viaggiare, fare sport, divertirsi, formarsi una famiglia ed in molti casi sentono di avere necessità e diritto di condurre una vita indipendente.
Nel 1992 il Parlamento Italiano ha approvato la legge 104/94 e, dal quel momento, il salto di qualità è stato notevole. La Legge non è stata varata solo per promuovere alcuni servizi per i disabili, ma al contrario, ha posto al centro la persona disabile, la sua famiglia, i suoi bisogni.
Alle istituzioni pubbliche e private invece è stato e viene demandato il compito, ad ognuno secondo le proprie competenze, di garantire alla persona diversamente abile pari opportunità di integrazione, di affermazione, di non discriminazione e di diritti di cittadinanza.

Con la legge 68/99 viene sancito il diritto delle persone disabili all'inserimento ed alla integrazione nel mondo del lavoro attraverso interventi di sostegno e di collocamento mirato.
Anche le istituzioni territoriali pubbliche hanno avuto uno sviluppo in termini di servizi. Agli inizi degli anni '70 le amministrazioni locali hanno profuso un enorme impegno per deistituzionalizzare le persone subnormali ed offrire agli handicappati prima e, finalmente, diversamente abili oggi, servizi volti alla rimozione di quegli ostacoli che si frappongono alle pari opportunità e alla piena partecipazione a tutti gli aspetti della vita.

Assistenza domiciliare, servizi di supporto per l'integrazione scolastica e lavorativa, servizi favorenti lo sviluppo delle potenzialità di crescita personale e di partecipazione, supporto e sostegno delle famiglie sono in estrema sintesi, i servizi che il CISSAC sin dalla sua costituzione offre alle persone diversamente abili del proprio territorio.
Per il futuro il CISSAC, facendo propri parte degli obiettivi con i quali il Governo italiano ha chiuso nel 2003 l'anno europeo del Disabile, intende impegnarsi ad assicurare "il diritto di cittadinanza" ai propri concittadini diversamente abili soprattutto attraverso:
l'eliminazione di qualsiasi forma di discriminazione;
lo sviluppo di azioni positive che favoriscano l'occupazione ed il miglioramento dell'accessibilità ai posti di lavoro;
la valorizzazione ed il sostegno alla famiglia attraverso interventi coordinati e di diversa natura che offrano risposte adeguate e tarate su specifiche esigenze.

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